venerdì 30 novembre 2012

La Berlino di eMMe: a Neukölln salpa NAVE, l'Atelier kinderfreundlich, e cerca membri per la sua ciurma.




di eMMe


Silvia, eclettica video artista tedesco-brasiliana, mamma di Tom. Arnold, olandese, neopapà: professione dj. Matthias, Tedesco di Germania, papà e pittore.

Cosa hanno in comune queste persone?
Sono artisti e genitori.
E sono alcuni dei pioneri di NAVE, progetto neonato nel cuore pulsante di Neukölln dalle menti di due intraprendenti arty-mom e guarda caso pure amiche mie, Valeria Sanguini e Renata Faccenda (Renata l'avevamo gia incontrata, ricordate? Click).

Ci racconta Valeria, italiana, pittrice e scultrice, mamma single di Elia, duenne tutto riccioli e grandi occhi da poeta: “Tutto è cominciato con la ricerca di uno studio, un luogo di lavoro nel quartiere dove viviamo e dove i nostri figli vanno all'asilo, lo Schillerkiez. È proprio l'asilo il posto in cui io e Renata ci siamo incontrate: neomamme a tempo pieno e con una vita professionale tutta da reinventare.”

KIEZKUNST_ Elise&Yuie 
Ulteriore punto in comune le risorse economiche limitate così come molti altri giovani artisti, tedeschi o stranieri, che hanno scelto Berlino per vivere un'esistenza a prezzi, per ora, ancora sostenibili e per trovare stimoli per la propria arte.

Il pensiero di essere in una situazione condivsibile con altre giovani famiglie neoberlinesi crea le basi per NAVE, “un luogo dove poter condividere le nostre professioni con i nostri figli,” continua Valeria, “renderli partecipi delle nostre attività coinvolgendoli nel quotidiano delle dinamiche creative.”

Il nome stesso profuma di viaggio, di partenza da luoghi conosciuti, con rotte da determinare e approdi in porti tutti da scoprire.


Un Atelier in cui chi lavora con la creatività ed è contemporaneamente genitore, può svolgere la sua attività anche con i propri figli accanto.

En Bragas_Renata Faccenda
Christine Böhler
Portrait studio_Valeria Sanguini
Lo spazio è suddiviso tra gli artisti partecipanti sulla base delle diverse necessità e processi produttivi, mentre una parte è riservata ed attrezzata per accogliere i bambini, con mobili, giocattoli e tanti colori: al pomeriggio, dopo l'asilo, l'Atelier si anima di attività tra i bambini e i loro genitori, che grazie al loro bagaglio di arnesi e linguaggi, creano, scambiano e si divertono.

Avete mai provato a fotografare quattro bambini su un divano?
Credo sia impossibile senza narcotizzarli ...
Rocco, der Bauarbeiter
Alcuni pomeriggi di ogni mese, NAVE apre le porte ai visitatori esterni con Workshop  tenuti da diversi artisti, resident e non, dedicati a bambini delle diverse fasce d'età ed altri  eventi originalissimi come il Dance Party: Mama can dance (und Papa auch!). Ideato da Renata, l' altro cuore pulsante di Nave, Italo-Barasiliana nata a Recife, spirito libero e sangue caliente, dj,   designer e mamma di Antonia, piccolo vulcano sempre in eruzione, Mama can dance (und Papa auch) è “una festa in orario pomeridiano che ci auguriamo di proporre mesilmente a partire dal Gennaio 2013, in cui adulti e bambini ballino insieme la stessa musica, selezionata per l'occasione da diversi dj che si alternano alla console” .

NAVE Eröffnungsparty / Mama can dance!
Freakin' mom ...

Party people

 Lisbon Phonologue Dj

Party people II
Du' sarti in compagnia ...
.. e Arte no limits!

 Più Berlin-style di così...

Il concetto che rende il progetto NAVE così interessante e, per quanto possa sembrare assurdo in un momento in cui tutto è gia stato pensato ed inventato, assolutamente innovativo, è proprio la comunicazione tra arte e processi creativi individuali in genere e l'infanzia: in NAVE non si crea arte specificamente per i bambini, ma qualsiasi cosa avvenga è poi tradotta e resa accessibile anche ad un pubblico di giovanissimi che la rielaborano a loro volta attraverso il loro ricco e personale linguaggio privo di veli ed sovrastrutture.

Cosi la mostra "1993" di Fernando Peres, artista brasiliano, diventa occasione per un Workshop di serigrafia in cui i bimbi interagiscono intervenendo su riproduzioni delle sue fantasiose Macchine e Astronavi.

Workshop di serigrafia. Foto: Lina Krivoshieva
Non sono solo madri o padri gli artisti che stanno prendendo parte al progetto Nave.

Violeta, hairstylist creativa e curatissima, non è mamma.
Ma ama l'ambiente che ha trovato in NAVE dove ha trasformato il suo spazio attrezzandolo come un vero e proprio Art-Studio del Capello, zen al punto giusto ed esegue tagli scultura da vera diva a prezzi accessibilissimi.

eMMe presta la testa per voi!
Come lei altri, di svariate discipline e nazionalità, condividono gli spazi dell'Atelier godendo del clima unico e accettando di buon grado il divieto assoluto di fumo all'interno dei locali ed il rispetto di elementari regole di prudenza che garantiscano la sicurezza e la libera circolazione anche ai più piccoli.


Naturalmente ci si auspica che l'adesione da parte di artisti-genitori aumenti così che il coinvolgimento nelle attività collettive e gli spazi comuni siano sfruttati al massimo.

Nave cerca artisti che desiderino partecipare a questo incredibile viaggio, alcuni posti sono ancora disponibili: chi fosse interessato può comunicarlo telefonando ai numeri 017628226669 / 017640327008 o scrivere una email all'indirizzo:  nave@naveberlin.de .


Tutte le informazioni su progetti ed eventi in programma al Nave Atelier, cosi come sugli artisti partecipanti sono disponibili sul sito ufficiale.

Assolutamente da non perdere il Weihnachtmarkt del 15 Dicembre prossimo, dove piccoli oggetti d'arte e design saranno proposti come idee regalo per il Natale alle porte.
Naturalmente non mancheranno attività per intrattenere anche i piccoli visitatori, tra cui Thomas Herfort e il suo onirico Marionettenteather Kabaré Pupalá.


Nave Atelier si trova nella Kienitzerstrasse 103, 12049 Neukölln-Berlino - Metro: Boddinstrasse.


venerdì 16 novembre 2012

KITA Mon Amour - VOL. I

Übersicht - Uno sguardo al Menu.

di eMMe



Non so se in tempi passati qualcuno di voi potesse essere d'accordo con Lei:

Marilyn, meravigliosa anche se bionda
 (forse perché era una finta bionda o perché il suo sguardo da folle brillava più del platino dei suoi capelli)
Qualunque fosse il vostro stile di vita prima, certo vi sarete accorte che diventare MaMMa cambia parecchio l'ambiente circostante e ridefinisce di conseguenza la cerchia delle vostre amicizie.
Dove potreste mai ficcarvi uno scintillante diamante per proteggerlo da pappette, rigurgiti, se non vomiti a spruzzo e kili e kili di cacca? Mi viene in mente solo un posto, ma non è comodo.

Piccoli creativi bastardelli...
per fortuna non sono miei figli, ma meglio non ridere troppo delle disgrazie altrui: la ruota  gira..
Diciamo che la quotidianità di vita genitoriale vi costringe, che vi piaccia o meno, a virare verso amicizie più pratiche e salvifiche. E la Kindertagesstätte, per gli amici (come voi già siete o sarete) KITA, lo è, cavolo se lo è!

Trattasi della vostra unica possibilità di salvezza, se non avete parentado nei dintorni che possa alleggerirvi il carico e contemporaneamente interferire nelle vostre scelte educative.

Ma seppure mitico rifugio dalla follia (la vostra, dopo giornate e giornate di strettissimo contatto giorno-notte-giorno con quelle piccole adorabili Creature del Demonio), la scelta della Kita è una scelta importante nonché inizio di una lunga serie di decisioni che dovrete prendere per qualcuno che non siete voi, cosa che prima o poi vi manderà in delirio di onnipotenza.
Ma ve tocca. È pur sempre il posto dove i sacri Frutti dei vostri Lombi passeranno buona parte della giornata, lontano dal vostro occhio amorevole e controllore e dove riceveranno, volenti o nolenti, un'impronta piú o meno marcata al loro sviluppo di individui completi e (ci si augura) consapevoli.

Dunque quali possibilità esistono, come orientarsi nella scelta e quali sono le procedure?
Come al solito cercherò di farvi un collage tra quello che ho raccolto leggendo un po' qui un po' lì e la mia personale esperienza.

Innanzitutto primo proverbiale dilemma: quale è l'età giusta per iniziare ad affidare la propria creatura ad una struttura professionale?
Bella domanda. Abbondano gli orientamenti pedagogici, che devono poi essere necessariamente calati nel contesto specifico.
Immagino che voi farete o avete già fatto le vostre personali ricerche e vi troverete sommersi da un mare di teorie, considerazioni, dubbi e conseguenti ansie.
Nessuno può aiutarvi in questo, informatevi, meditate, osservate il vostro bambino e voi stessi.
Ad un certo punto prenderete una decisione: giusto o sbagliato, tutto è relativo.
Una sola certezza: comunque vi muoviate, sarete la causa più probabile dei loro traumi e certamente il loro argomento principe durante le future sedute di Psicoterapia.
Accertato questo, respirate e fate del vostro meglio.

Faccia di uno che medita vendetta...azz, e questo sì che è figlio mio...
Il sistema tedesco riconosce il diritto all'accudimento dei bambini da parte di strutture specializzate a partire dai 3 anni, come mi pare di capire è l'orientamento più diffuso anche altrove.
La struttura in questione è il Kindergarten, che ospita bambini dai 3 ai 5 anni. È quello che in Italia si chiama Asilo (che in qualsiasi non-italiano, di quasi qualunque provenienza, strappa sempre un sorrisetto perché richiama la parola Asylum = ricovero per malati di mente o anziani).

È comunque accettato e di largo impiego anche l'affido prima dei tre anni, anche se continua ad essere oggetto di discussioni e valutazioni che, partendo dalla Teoria dell'Attaccamento di J. Bowlby, si interrogano su benefici e l'importanza del legame tra genitori e figli come base sicura per lo sviluppo dell'individuo e gli effetti nocivi della deprivazione materna.


Dal 01.08.2013 tale diritto sarà esteso ai bambini che abbiamo compliuto un anno (1).


Ci sono naturalmente alcuni fattori ambientali che incidono in questa tormentata decisione.
Il lavoro per esempio. Qui in Germania per i genitori lavoratori è garantito un periodo di 14 mesi dalla nascita (2) del vostro Piezz'e Core.
È chiamato Elternzeit, corrisponde al congedo per maternità, che saggiamente viene qui però deprivato anche terminologicamente di qualsiasi peso di ruolo e di genere e riferito alla piú ampia condizione di Genitore.
Ne usufruisce indifferentemente il Padre o la Madre, o può anche essere suddiviso tra i due. In questo periodo la famiglia percepisce l'Elterngeld (= grana).
Potete trovare informazioni (modulistica, tempistica, smaronistica varia) in questo sito.

Lungi da me addentrarmi nei meandri dell'infame macchina burocratica tedesca (che vi farà rimpiangere il pressapochismo italiano finché non vi abbandonerete a corpo morto alla sua NON-logica). Sarà sicuramente oggetto di post piú specifici (possibilmente anche scritti da qualcun'altro).
Sull'argomento, confesso, mi trovare piuttosto impreparata perché di tutto ciò si è fortunatamente occupato il mio Non-Marito, la più volte citata mitologica figura mezzo italica e mezzo crucca, che, fortuna sua, è perfettamente bilingue e ha gli emisferi cerebrali perfettamente allenati a switchare tra il Nostro Mondo e quello Alieno-di-Germania.
Beato lui.
Io non ce la farò mai, nemmeno in 30 anni.
La prima volta che mi sono iscritta ad un corso di tedesco per semi-principianti ero allibita del fatto che, tra i miei compagni di corso, ci fosse una signora Turca che abitava a Berlino da vent'anni. Ora la cosa non mi fa poi più tanto ridere...

Come vi ho detto, c'è davvero poco da ridere..
Per chi non avesse a disposizione altrettanta fortunata abbondanza di risorse, può cercare la sede AWO della sua zona. L'AWO (Arbeiterwohlfahrt) è un Verein (Associazione) che gestisce programmi di sviluppo ed assistenza a varie categorie, tra cui i Migranti (perché questo siamo, belli miei!).
Il sito è tra i peggio consultabili della storia: la cosa migliore è googelare AWO e il nome del vostro Bezirk (Mitte, Neukölln, Xberg, ecc) e vedere che viene fuori.
Offrono consulenze gratuite anche per compilare l'infinita ed insidiosa modulistica che la Stasi (3) ha generosamente lasciato in eredità a questo Paese.
Non è raro trovare addetti che parlino diverse lingue. Una per tutti la ormai famosissima e mai abbastanza celebrata Belinda, luminoso faro per moltitudini di italiani smarriti tra le scartoffie. La sua zona d'azione è il Bezirk Xberg-Friedrichshein,  ma è diventata ormai cosí piena di lavoro da meritare un anno sabbatico alle Maldive pagato interamente dallo Stato Italiano, che tanto ha finanziato le peggio cose ai peggio porci nostrani e che potrebbe ripulirsi il Karma porgendo omaggio a chi fa per noi quello che Lui (il suddetto stramaledetto Stato italiano appunto) ci costringe a cercare all´Estero.

Rieccoci al nostro neogenitore, abbiamo detto che se lavora ha 14 mesi di tempo retribuiti secondo diverse percentuali dello stipendio originario che vanno via via diminuendo, ma che permettono a genitori sufficiente respiro e il tempo necessario per accogliere la propria creatura, conoscersi e passare il primo importantissimo anno di vita insieme, senza eccessive ansie.

E i genitori che non lavorano? Pure loro possono richiedere l´Elterngeld ed ottenere un contributo di circa 300 eu al mese per la durata di un anno..che, buttali via...

Ma finito quest'anno, molti si troveranno con l'esigenza o con il legittimo desiderio di riprendere a lavorare. Inoltre come ´Migranti´ molti di noi si pongono il problema della lingua, cioè di fornire al più presto ai loro bambini la possibiltà di integrarsi con l'ambiente circostante, in particolare se il Tedesco a casa non si parla proprio. Altri ancora capiscono intelligentemente di avere comunque bisogno di ritrovare la propria dimensione oltre quella di genitore, per potersi accostare al proprio figlio in maniera più equilibrata e un po' meno sFranzonata: insomma diciamocelo, meglio amettere a se stessi di avere bisogno d'aria piuttosto che diventare troppo rapidi col mestolo (tàac).

Freaking Faye in Mommy Dearest, istruttivo film su cosa, possibilmente non diventare.
Le possibilità sono diverse.

Le Kinderkrippe (= Asilo Nido) accolgono bambini dai tre mesi (!!) fino ai tre anni.
Molto spesso le Krippe sono integrate in Kita omnicomprensive, che con suddivisioni in gruppi o classi più o meno aperte o consistenti, gestiscono quindi la cura di bambini fino all'eta' prescolare. L'età d'ingresso varia da Kita a Kita a seconda delle disponibilità e attrezzature in possesso.
Come tutte le cose questo ha i suoi punti forza e naturalmente anche di debolezza: è positivo che i bambini crescano in un ambiente ricco e vario, ma è importante anche tener presente che sono molti gli stimoli a cui sono sottoposti, il che può creargli stress e ansie anzitempo.

A questo punto si fanno rilevanti le considerazioni sulla dimensione della Kita, così come il sistema pedagogico su cui è orientata. Ancora considerazioni sul tipo di alimentazione proposta. Kita biligui (sulle kita italo-tedesche Be ci aveva già fornito un elenco che potrebbe tornarvi utile), magari anche deutsch-klingoniane, niente è escluso.
Mi capitato piú di una volta di vedere dei servizi in TV su genitori che hanno scelto di mandare il loro figli in Kita Cino-Tedesche, non perché di origini cinesi, ma per dar modo ai loro figli di imparare facilmente come non gli capiterà poi più nella vita una lingua altrimenti complicata e che, dati gli sviluppi dei Mercati Internazionali potrebbe risultare utilissima in futuro...quando si dice previdenti..

Tornando alle nostre Kita, ne troverete di orientate alla Mecca oppure del tutto prive di influenze religiose (ma ci si augura comunque rispettose di tutte le eventuali). Elterinitiativen (associazioni di genitori) o che vedono i genitori come ostacolo alla loro pedagogia.

Ce ne sono per tutti gusti, piccole, grandi, più o meno etniche e multikulti, post-punk, no-gender, con più o meno attività come musica, yoga, teatro, chi più ne ha più ne metta.

Se siete riluttanti a lasciare il vostro prezioso Gioello ad un'istituzione che per quanto professionale, trovate comunque troppo 'impersonale' e potenzialmente distratta agli incredibili prodigi in cui il suddetto piccolo genio si esibisce quotidianamente, avete delle alternative (oltre quella di posticipare il suo debutto in società):
i Kinderladen, ad esempio, sono delle Kita alternative, che ospitano mediamente 15-19 bambini. I primi Kinderladen nascono nel '68 insieme alle Freie Schulen dall'esigenza di concretizzare principi pedagogici alternativi rispetto alla scuola di pensiero istituzionale, come il principio Antiautoritario.
Sono spesso (ma non necessariamente) Elterninitiativen e prendono il loro nome (Kinderladen letteralmente traducibile con un inquietante 'negozio di bambini') dal fatto che occupano spesso uno spazio con vetrina al piano terra che precedentemente erano appunto botteghe e attività commerciali.

Le dimensioni ridotte del Kinderladen e l'orientamento certamente piú 'bambinocentrico' permettono agli educatori e ai genitori coinvolti nel progetto una partecipazione e un contatto molto piú intensi, almeno in teoria.

Foto di repertorio: un Kinderladen a Bochum alla fine degli Anni ´60.
Questi i vantaggi.
Analizziamo ora altri aspetti che possono piacere o non piacere: far parte di un Verein (associazione) come abbiamo visto più volte comporta una serie di obblighi e doveri che non sono da sottovalutare: verrete interpellati per tutto e dovrete prendere decisioni su tutto, il che si svolge attraverso estenuanti riunioni, bersagliamenti di email, parole parole parole...e tutte ovviamente in Tedesco!
Cioè non dico che la cosa sia negativa, anzi teoricamente un figata e un gran regalo in termini di dedizione e attenzione ai vostri figli, nella pratica il tutto richiede molto tempo, molta molta pazienza e una grande capacità di adattamento alla cavillosità urticante del Plenum (Assemblea) tedesco, a cui, come spesso ho già detto in altri Post dove si trattava analogo argomento, non siamo geneticamente predisposti.

Inoltre sempre e comunque ricordate: teoria e pratica sono spesso molto differenti e anche esseri umani volenterosi spesso non tengono fede alle loro buone intenzioni o sono eccessivamente dogmatici, col risultato di perdersi nella teoria e di essere ciechi ai riscontri pratici.
Insomma come in ogni scelta importante, osservare il caso specifico, fare una fiumana di domande e anche quando avete preso la vostra decisione, continuate ad osservare le reazioni dei vostri bambini e degli educatori nel tempo. E se non vi piace quello che vedete, impacchettate i vostri bambini e andate verso qualcos'altro.

A quelli che volessero qualcosa di ancor più raccolto e personale del Kinderladen, il Panorama tedesco (e non parlo del Panorama Bar che è piuttosto affollato e che potrebbe risultare un po' chiassoso e poco compatibile con l'ora del pisolino dei vostri bambini) offre un'ulteriore possibilità: la Tagesmutter (o il Tagesvater).
Trattasi di donna (o uomo) che offre educazione e cura ai bambini di altri a casa propria.
Per legge può accogliere un massimo di 5 bambini non suoi, fino ad un massimo di 10 in tutto. Questo numero varia a seconda delle dimensioni e delle caratteristiche della casa.
La Tagesmutter può svolgere il medesimo servizio anche in locali diversi dalla sua stessa abitazione, purché siano preservati i requisiti e l'organizzazione di un servizio svolto a casa.

Ma chi sono queste Tagesmütter e che formazione hanno?

Indipendentemente dalle precedenti qualifiche, chi desidera diventare una Tagesmutter (o un Tagesvater) si sottopone ad una specifica formazione somministrata presso lo Jugendamt, suddivisa in più settimane per un totale di 160 ore. Sono previsti anche corsi di aggiornamento periodici.

Quali sono i vantaggi rispetto ad una Kinderkrippe o ad un Kinderladen?

Innanzitutto l'accoglienza e la cura dei bambini in un ambiente familiare. Una figura di riferimento stabile per il bambino ed i suoi genitori, un servizio sicuramente con maggiori possibilità di personalizzazione alle esigenze del bambino e la possibilità di concordare orari flessibili.
Ulteriori informazioni in merito come utenti o come eventuali future Tagesmütter (o aspiranti Tagesväter) potete trovarli in questo sito.

Gli svantaggi: se la Tagesmutter si rivela essere una gran stronza (ed umanamente e statisticamente la cosa può sempre capitare), so' cazzi vobis e dei poveri figli vostri che si trovano faccia a faccia con lei tutto il giorno senza altri testimoni parlanti!


Arriviamo dunque al domandone: e quanto costano tutte queste belle opzioni?
Il costo è ripartito tra lo Stato e i Genitori in misura proporzionale al loro reddito.
Per fare un esempio pratico la quota più bassa (che non è poi cosi rara qui a Berlino dove siamo tutti Poveri ma Sexy) è di 38 euro al mese per i bambini fino ai tre anni, che diventano poi 23 eu al compimento del terzo anno di etá. (4)

Quindi, una scelta la soluzione che si preferisce e ci si è mossi a ricercare in quel senso, giunge il momento di fare richiesta per il Kitagutschein allo Jugendamt (Ufficio Servizi Sociali)

Attenzione: la richiesta deve essere fatta non prima di sei mesi e non oltre tre mesi dalla data d'ingresso alla Kita.

Perché?
Vi do la mia personale interpretazione faticosamente elaborata dopo lunghe analisi socio-antropologiche compiute su campioni (viventi) di questa criptica razza teutonica.
Vi dovete ricordare che state per azionare la tremenda macchina burocratica tedesca, quindi tra domanda, invio documentazione richiesta, unlteriori scartoffie che completino quello che vi hannochiesto in un primo momento, ma che si riservano di fare solo in un secondo o in terzo momento, l'esame della vostra situazione e conseguente risposta possono passare dei mesi (questo spiega perché muoversi almeno tre mesi prima).
Per la mia esperienza personale non ci è voluto poi così tanto, però, considerate il motto: sei Vorsorglich, sei Deutsch! (Sii prudente, sii Tedesco!).
Considerate inoltre che se private il Burocrate di piazzare limiti e date arbitrarie per qualsiasi cosa dobbiate fare, lo svuotate e deprimete. E mai sia.
Il fatto poi che per quanto previdenti dovete aspettare sei mesi dalla data di ingresso si potrebbe spiegare con il fatto che lo Jugendamt ha la necessità di avere un quadro quanto più possibile recente della vostra situazione economica.
Se poi invece non avete nessuna voglia che ficchino il naso nelle vostre faccende di soldi e avete la disponibilità economica per farlo, potete accettare di pagare 200 eu al mese e sono tutti contenti.

Qui trovate il Modulo per la richiesta del Kitagutschein per Berlino.
Altre curiosità e indirizzi dove spedirlo o dove chiedere informazioni dirette le trovate sempre nello stesso sito nella parte dedicata ai Genitori (et voilà).

Un ultimo ma non meno importante consiglio: muovetevi per tempo nella valutazione della soluzione che si adatta meglio al vostro caso e nella ricerca della Kita/Krippe/Tagesmutter specifica.
Trovare posti è difficile, non impossibile, ma, confermo, difficile specie se ci si muove all'ultimo momento.

Ci sono Kita richiestissime (non per questo necessariamente le migliori) in cui le liste d'attesa sono così lunghe che forse quando si libererà un posto vostro figlio avrà compiuto 18 anni e magari non accetterà di andarci, anche se a voi piacerebbe tanto.
Oltre alla lista d'attesa, ogni Kita può avere degli ulteriori criteri ed esigenze che possono trascendere la lista d'attesa. Per garantire un certo equilibrio nella composizione interna del gruppo possono dare la precedenza ai bambini in base all'età oppure al sesso o altro ancora.



Quindi, specie se per motivi di lavoro o di cosciente scarsa-resistenza alle angherie che solo quei piccoli mostri sono in grado di riservarci, cominciate la ricerca già dai primi vagiti: cercate liste su internet, chiedete ai vostri amici con figli già piazzati se sono soddisfatti delle Kita dei loro figli, prendete appuntamento ed andate a visitarle. Non smetterò di intimarvi di subissarli di domande, in qualsiasi lingua, anche a gesti se fosse necessario e con disegni rupestri se non trovate altro modo: non siate timidi, è voltro pieno diritto sapere bene chi si occuperà dei vostri piccoli, per alcuni versi indifesi, Seviziatori, ai quali avete dato i natali e che vi ripagano privandovi del sonno e ricoprendovi di cacca, ma che amate masochisticamente più di ogni altra cosa.


Iscrivetevi anche a più liste se avete avuto la fortuna di trovare più di una Kita di vostro gradimento. Non precludetevi nessuna possibilità.


D'altro canto, da fuori sembrano tutte (o quasi) buone...come accade in Amore, solo la frequentazione quotidiana per un certo tempo vi darà il quadro completo. Prima tutti vi faranno vedere il loro lato migliore. La merda sale a galla piano piano.

Altro punto da tenere ben presente: nessuna Kita vi piacerà mai davvero. Come una suocera irrancidita seziona ogni minimo movimento della compagna di suo figlio, vedrete ogni giorno ogni possibile difetto: la Kita non siete voi e solo voi siete il massimo con il vostro bambino (cosa spesso vera, ma non sempre).


Note:
(1) Sacra (ed ufficiale) informazione giunta da Belinda!

(2) Sempre la santadonna Belinda precisa che l'Elternzeit può durare fino a tre anni. Certo non tutto il periodo è retribuito, ma si ha il diritto alla conservazione del posto di lavoro. Inutile però far notare che se un datore di lavoro non ci vuole più dopo tre anni di assenza trova comunque i modi per rendere il clima irrespirabile facendo facilmente leva sulle tue necessità di neo-genitore...e si questo non succede solo in Italia, per certe porcate, tutto il Mondo è paese.

(3) Belinda ci assicura che il Feticismo esasperato per il cartaceo non era una prerogativa dei Burocrati della DDR. Pure ad Ovest se la cavavano parecchio bene!


(4) Con la riforma in arrivo il prossimo agosto 2013, le due cifre saranno parificate alle più bassa. Le differenze restano nel caso di bambini più piccoli di anno.



mercoledì 14 novembre 2012

Neukölln Neukölln - Muri Parlanti, ep. 1

Get Dürüm!

di eMMe


Io sono una Neuberlinerin.

Una Neu-neuköllnerin per l'esattezza.

Neukölln mi piace.

È vitale, piena di colore, di contraddizioni e odora di spezie.
A volte anche troppo, specie quando dalla finestra del piano di sotto risale l'odore di aglio sofritto, base essenziale di ogni preparazione, a quanto pare.

Mi piacciono i suoi muri, quello dicono. A volte gridano, arrabbiati, sarcastici, ma non stanno mai zitti.
Mi sento a casa qui, per ora. E come succede con la propria casa, a volte la ami, altre volte la odi, ma resta sempre casa.

Neukölln Neukölln sarà da oggi un piccolo intermezzo tra un post e un altro per portarvi a spasso nel mio Bezirk e nella mia Berlino.


Okerstr.©eMMe